BENEVENTO – Dopo la partita persa 3 a 1 in casa contro il Cagliari il presidente del Benevento non le ha mandate a dire. «La designazione di Mazzoleni è una designazione inopportuna. Mi hanno detto che era uno sfogo ma non è così, è una denuncia bella è buona. Mazzoleni è una vergogna». Esordisce così Oreste Vigorito, presidente del Benevento, che si è infuriato particolarmente con Mazzoleni per una serie di presunti errori che evidentemente sarebbero stati determinanti.

«Questo non è il calcio, questo è il calcio che praticano gli altri non io. Fino a quando continueremo a pensare che queste cose sono la normalità il calcio non cambierà mai – continua il presidente Vigorito – Io non accetto, il calcio non sono gli errori. Il calcio è buonafede, onestà e competizione sportiva». Parole che rimbomberanno nella testa di tanti e che, a prescindere se rappresentano uno sfogo o una denuncia, sicuramente lasciano trapelare la straordinaria passione che Vigorito ha ancora e trasmette alla “tenera” età di 74 anni.

«Non voglio avere nulla di quello che non merito. Il presidente di questa squadra non vuole andare in serie B – continua Vigorito – Lotteremo queste altre tre partite. Non siamo rassegnati e non andremo in serie B a calci nel sedere come qualcuno sta facendo perché i calci nel sedere siamo abituati a darli e non a riceverli». Vigorito appare amareggiato per quanto successo oggi ma deciso a riprendere il cammino sin da subito per raggiungere l’obiettivo salvezza. Forse è proprio la capacità di rimboccarsi le maniche e darsi da fare ad aver reso Vigorito la persona che è oggi e chissà se in quello “sfogo” di ieri non ci sia nascosto il segreto per la vittoria che il presidente ha voluto regalare ai suoi ragazzi.


Forse è vero che nella vita molto dipende da come si reagisce a ciò che ci capita e probabilmente lo sport insegna anche questo. Il calcio e le sue regole dovrebbero trasmettere che con impegno e sacrificio tutto è possibile e che se si vuole tagliare un traguardo non è importante cosa si è fatto ieri ma cosa si sceglierà di fare d’ora in poi. «Tre anni fa siamo tornati in serie B con gli applausi della gente, con una città che ha accettato il verdetto perché era una stagione in cui avevamo dato tutto – dice il presidente del Benevento – Oggi noi siamo responsabili e colpevoli del rendimento che vi è stato negli ultimi mesi ma non di questa ultima partita. Saremo responsabili e colpevoli delle prossime tre partite che saranno giocate con il coltello tra i denti, al massimo delle nostre possibilità con la speranza di avere un arbitraggio che sia il più possibile obiettivo».


In effetti ora tocca al Benevento e se si sceglierà di seguire Vigorito che, a 74 anni, ha ancora tanta voglia di combattere e non darla vinta a nessuno la salvezza in serie A sarà una conseguenza naturale del sudore che colerà in campo. «Il nostro Benevento in un anno intero ha conquistato il palcoscenico diventando la nona squadra più seguita d’Italia su Sky – dice Vigorito – Solo il fatto che siamo ancora qui a gridare quello che pensiamo, solo il fatto che nessuno può chiamarci al telefono ed imporci di votare in un certo modo è la dimostrazione che noi siamo il Benevento, siamo il Sannio». Un desiderio ardente di andare avanti e di non darla vinta al destino si legge negli occhi di Vigorito che si concentra sulle prossime tre partite. Ci crede con tutto sè stesso ma ora bisogna capire se anche tutto il Benevento Calcio sceglierà di seguire il suo Presidente.


«Sogno un mondo del calcio fatto di ragazzi con il viso pulito, con dirigenti competenti e leggi giuste in cui si distribuiscono le risorse tra tutti e che facciano del calcio quello sport nazionale quel sogno, quell’aquilone a cui si attaccano i bambini e che noi adulti guardiamo nel cielo per ricordarci che vi è qualcosa anche sopra di noi – dice Vigorito – Il calcio fatto di litigiosità, di interessi e di attività è un calcio che non mi appartiene e se questo è il calcio io non appartengo più al calcio». Una fonte vicina al Benevento Calcio ci dice che «ora la squadra dimostrerà al Presidente ed ai tifosi che Il calcio non è litigiosità né interesse. Il calcio è passione, sacrificio, sudore e traguardi quando si dà tutto se stessi». In effetti questo è il calcio e questa è la vita. Le ultime tre partite sono da seguire, potrebbero insegnare tanto.

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