Durato 15 mesi, in collaborazione con l’università di Bologna

Roma, 29 mag. (askanews) – Si concluderà il 31 maggio il progetto Psr per l’innovazione del processo produttivo e per lo sviluppo di un modello di best practices per la filiera della Patata di Bologna DOP, la prima patata Dop in Italia, messo a punto dal Consorzio e dall’università di Bologna.

Il percorso ha avuto una durata di 15 mesi e ha visto il coinvolgimento del Consorzio di Tutela Patata di Bologna DOP come capofila, il Dipartimento di Agraria dell’Università di Bologna come partner scientifico, l’ente di formazione bolognese Dinamica e tre aziende socie del Consorzio.

“Il progetto si conclude contemporaneamente alla fine della campagna 2023/2024, che ha visto una riduzione significativa degli ettari certificati (-24%) e delle rese produttive – spiega Davide Martelli, presidente del Consorzio di Tutela Patata di Bologna DOP – Il progetto ha consentito al Consorzio di monitorare in tempo reale lo stato dei terreni durante una delle campagne produttive più sfidanti, condizionata da fenomeni atmosferici avversi”. “È evidente a tutti – ha aggiunto – la sfida della sostenibilità dei nostri sistemi colturali, tra cambiamenti climatici, agenti patogeni e redditività dei produttori. È una sfida che interessa l’intero comparto agricolo, e come Consorzio vogliamo contribuire a trovare le giuste risposte a queste tematiche”.

“I dati raccolti ci hanno fornito importanti indicazioni per definire un modello di best practices da integrare nella filiera produttiva della Patata di Bologna DOP – conclude Martelli – Per noi si tratta solo di un primo passo in un percorso a lungo termine, che intendiamo proseguire osservando almeno tre campagne di studio, attraverso un nuovo progetto da attuare su un arco temporale di 36 mesi. L’obiettivo sarà quello di supportare i nostri produttori nell’affrontare le problematiche in campo, aumentando le rese e il livello qualitativo di un prodotto che rappresenta un unicum per il territorio bolognese”.

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