Trump invece cerca di trarre vantaggio dalla questione

Milano, 2 mag. (askanews) – Centinaia di studenti sono stati arrestati nei campus universitari di tutti gli Stati Uniti questa settimana ma i consiglieri di Joe Biden ritengono che le tensioni, sul sostegno degli Stati Uniti a Israele nella guerra a Gaza, si spegneranno presto e che non vi sia né la necessità né un vantaggio per il presidente Usa di intervenire in modo più diretto. Il tutto mentre Donald Trump cerca di dipingere le proteste nei campus come una responsabilità politica del probabile avversario alle prossime presidenziali di novembre.

Per ora, Biden sta assumendo un atteggiamento distaccato nei confronti dei disordini e non ha intenzione di intensificare il suo coinvolgimento nell’escalation degli scontri tra polizia e manifestanti, hanno detto la Casa Bianca e i consulenti della campagna, anche se Trump cerca di trarre vantaggio dalla questione. Il punto di vista di Biden è che spetti ai leader universitari decidere come affrontare le manifestazioni nei campus che stanno emergendo come l’ultimo punto critico nella corsa presidenziale, hanno detto i consulenti. “È un pericolo per il presidente poiché le proteste diventano più volatili e altri democratici iniziano a parlare apertamente”, scrive The Washingon Post.

Intanto la camera bassa del Parlamento americano ha approvato un disegno di legge volto a combattere l’antisemitismo mentre le proteste filo-palestinesi non si fermano. Il provvedimento – spinto dal repubblicano e presidente della Camera Mike Johnson ma votato anche da democratici – è passato con 320 voti favorevoli e 91 contrari. Il disegno di legge, intitolato Antisemitism Awareness Act, imporrebbe al Dipartimento dell’Istruzione di adottare l’ampia definizione di antisemitismo utilizzata dall’International Holocaust Remembrance Alliance, un gruppo intergovernativo, per far rispettare le leggi contro la discriminazione.

Intanto più di 1.300 persone sono state arrestate durante le proteste filo-palestinesi avvenute in almeno 40 campus universitari negli Stati Uniti nelle ultime due settimane. Quasi 300 persone sono state arrestate martedì notte alla Columbia University e al City College di New York. Ma cosa succede nei campus nelle ultime ore? Ecco una piccola panoramica:

UCLA, LOS ANGELES Un video dall’elicottero mostra una grande folla di persone nel campus dell’UCLA a Los Angeles, ore dopo che le troupe giornalistiche hanno sentito l’ordine della polizia di disperdersi: grandi forze di polizia, in tenuta anti sommossa, sono pronte a entrare in azione sulla manifestazione pro Palestina presso l’Università della California (UCLA) compresa di tendopoli allestita da chi protesta. Più di mille manifestanti si sono radunati nel campus universitario e ribattono che non hanno intenzione di lasciare il sito. Diversi agenti di sicurezza si sono avvicinati all’accampamento, barricando il percorso in Dickson Plaza verso il North Campus. Successivamente, hanno interrotto il loro movimento verso i manifestanti dopo che questi avevano iniziato a sedersi e a rinforzare le barricate. Graeme Blair – professore associato di scienze politiche in una dichiarazione riportata dal giornale universitario Daily Bruin – ha detto che i professori all’interno dell’accampamento “progettano di essere arrestati insieme con gli studenti che non hanno fatto altro che parlare di genocidio in corso in Palestina”.

USC, LOS ANGELES Più calma, apparentemente, la situazione all’Università della California del Sud. Nelle ore precedenti il campus ha temporaneamente chiuso i suoi ingressi e ha affermato che “manifestanti non affiliati all’USC” stavano protestando a un incrocio adiacente. Successivamente i manifestanti che avevano manifestato hanno lasciato l’area e “il campus è nuovamente aperto a studenti, personale, docenti e ospiti registrati”, si legge sul profilo Twitter dell’università.

COLUMBIA UNIVERSITY, NEW YORK Dall’altra parte degli Stati Uniti, alla Columbia University di New York, al centro delle proteste di questi giorni, la direzione dell’università ha deciso di chiudere il campus e passare all’insegnamento digitale per il resto del semestre, secondo NBC News, dopo che ieri la polizia è entrata nell’edificio della Hamilton Hall, occupato dagli studenti. In queste ore un proiettore, situato nella strada appena fuori dal campus, illumina e proietta sulla Hamilton Hall – approfittando dell’oscurità – frasi come “attacco per Gaza”, “disinvestire adesso” e “gli studenti dicono Palestina libera”. Altre frasi prendono di mira l’università con messaggi come: “La Columbia finanzia il genocidio”. I manifestanti si sono radunati intorno, mentre gli agenti stavano a guardare.

La polizia è entrata ieri sera nella Hamilton Hall e l’ha liberata dai manifestanti che ne avevano preso il controllo.

CITY COLLEGE, NEW YORK Gli amministratori affermano che i manifestanti che hanno fatto irruzione in un edificio del City College di New York la scorsa notte “hanno rotto le porte di vetro, graffiato i muri, coperto le telecamere con vernice e saccheggiato la proprietà pubblica”. La polizia ha fermato 173 persone nel campus di Manhattan dopo che i manifestanti filo-palestinesi hanno preso il controllo dell’edificio amministrativo della scuola.

I primi due manifestanti fermati ieri nei campus universitari di New York City sono comparsi davanti al tribunale notturno di Manhattan circa 24 ore dopo il loro arresto: due uomini sono stati accusati di aggressione a un agente di polizia al City College di New York e uno dei due è stato anche accusato di resistenza all’arresto. Altri cinque manifestanti sono stati citati in tribunale, tutti arrestati ieri sera nell’intervento delle forze dell’ordine. Almeno quattro sono stati denunciati per violazione di domicilio. Il giudice non ha specificato se qualcuno fosse uno studente.

Gli arresti al City College sono avvenuti la stessa notte in cui la polizia di New York ha fatto uscire i manifestanti dalla Columbia University e lì ha effettuato più di 100 arresti.

UNIVERSITÀ DEL WISCONSIN-MADISON I manifestanti filo-palestinesi hanno cominciato a tornare alle loro tende e stanno chiacchierando tranquillamente sul prato mentre si preparano per il quarto giorno di proteste all’Università del Wisconsin-Madison, riporta il giornale studentesco The Daily Cardinal. Ci sono circa 20 tende nel Library Mall. Un gruppo di contro-manifestanti filo-israeliani che in precedenza si erano radunati vicino all’accampamento hanno lasciato il Library Mall. Intanto gli Studenti Associati di Madison (ASM, associazione studenesca del campus) hanno rilasciato una dichiarazione in difesa dei manifestanti nell’accampamento e di condanna della decisione dell’amministrazione UW-Madison di rimuovere l’accampamento.

UT TEXAS, DALLAS I manifestanti filo-palestinesi dell’Università del Texas a Dallas sono stati arrestati dopo aver allestito un accampamento sulla passerella principale del campus, ha fatto sapere l’università. Gli arresti sono stati effettuati dopo che i manifestanti si erano rifiutati di andarsene, ha detto un portavoce.

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