Analisi di scenario dell’Area Studi di Legacoop

Roma, 22 gen. (askanews) – “Le nuove tensioni geopolitiche rischiano di vanificare i buoni segnali del 2023. Lo dicono le nostre cooperative, lo conferma la nostra Area Studi”. Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare esprime tutte le proprie preoccupazioni circa gli effetti, alcuni dei quali già in atto, della crisi nel mar Rosso e delle guerre Russia Ucraina e Palestina Israele. Si profila all’orizzonte un 2024 “quanto meno incerto” e quindi “ci aspettiamo – ha spiegato Maretti – a tutti i livelli, istituzioni politiche vicine e pronte a reagire con forza”.

L’analisi di Legacoop mostra che per il 2024 le attese sull’economia italiane sono ritenute stazionarie dal 64% delle cooperative, ma ben il 32% le considera in peggioramento con un sentiment negativo sulla domanda e stabile sull’occupazione. Quanto si prospetta è un orientamento al consolidamento delle attività o almeno ad una loro stabilizzazione e la realizzazione di alleanze strategiche e crescita nell’attività. Tuttavia preoccupano in maniera particolare la mancanza di manodopera, i costi energetici ed i costi delle materie delle materie prime anche se in miglioramento rispetto al 2023. Restano stabili le preoccupazioni sui tassi d’interessi e liquidità a breve termine.

Sotto accusa l’aumento dei costi nell’utilizzo dei container e dei noli per tutte le tratte. “Oltre all’allungamento di una quindicina di giorni dei percorsi da Capo di Buona Speranza con ripercussioni sui prodotti freschi e sulla loro shelf-life”, sottolinea Maretti.

E, stante il calo della produzione agricola registrato nel 2023 per i cambiamenti climatici, le stime dell’Area Studi evidenziavano per il settore agricolo una graduale mitigazione degli effetti derivanti dall’instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricole e dei prodotti energetici, innescata dal conflitto russo-ucraino. Tuttavia. l’andamento è stato fortemente influenzato dai fattori climatici avversi che hanno caratterizzato gran parte dell’anno. E questo ha compromesso i risultati di molte colture.

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