Nel 2023 per il gruppo dei marchi Bosch e Siemens volumi stabili a 310 mln

Milano, 17 apr. (askanews) – “L’Italia è un Paese strategico in cui il gruppo Bsh vuole investire”. E il contesto di mercato è propizio per accrescere ancora quella quota dell’11,5% che a fine 2023 il gruppo tedesco, attraverso i suoi marchi, Bosch, Siemens, Neff e Gaggenau, ha raggiunto. A parlare delle prospettive del mercato nostrano è Enrico Hoffmann, ceo di Bsh Elettrodomestici Italia che in occasione della 62esima edizione del Salone del Mobile, insieme ai vertici global del gruppo, ha presentato nei padiglioni in fiera a Rho le novità di prodotto e raccontato la strategia di crescita.

“In Italia abbiamo una quota di mercato che supera l’11%, siamo sotto la media europea ma stiamo crescendo – ci ha spiegato Hoffmann – Per noi è un Paese un po’ complicato perchè storicamente ha avuto un’industria, tutta italiana, che adesso purtroppo è sempre meno forte”. Lo scenario di mercato, in effetti, vede ormai solo un paio di player italiani, l’industria di fatto è nelle mani di grandi gruppi stranieri. E di questo Bsh vuole approfittare per crescere. “Noi stiamo assistendo a un cambiamento forte e importante del mercato – ci ha detto – e per noi è un’opportunità. Crescere in Italia è la nostra ambizione”. Ne è la prova l’investimento su Milano per lo sviluppo del nuovo quartier generale del gruppo in Italia, inaugurato circa un anno fa. “L’Italia – ha evidenziato – è un Paese strategico in cui il gruppo vuole investire”. Nella geografia dei 50 Paesi in cui Bsh è presente, il nostro è il nono mercato: “Non è come Cina, Stati Uniti e Germania che sono mercati enormi però possiamo dire che in Europa l’Italia è tra i primi tre Paesi insieme a Francia e Germania – ha raccontato – sono questi tre Paesi che in Europa hanno la maggioranza del fatturato”.

Il 2023 per Bsh Italia si è chiuso con circa 310 milioni di euro di vendite a volume, sostanzialmente stabile rispetto all’anno prima, in un contesto economico e di mercato sfidante. Un anno di “normalizzazione”, secondo Hoffmann, dopo il boom del periodo Covid. “Come settore siamo quelli che hanno beneficiato di più del periodo Covid in un mercato che è comunque saturo e molto stabile. Nel 2021 e nel 2022 c’è stato un boom della domanda a un livello eccezionale. Ora quello che viene definito rallentamento io lo chiamo normalizzazione anche perchè in Italia siamo ancora sopra i livelli del 2019”, fa notare. A rendere sfidante il 2023 anche “l’effetto di qualcosa che ci eravamo dimenticati: l’inflazione. L’anno scorso il calo registrato è stato a volume mentre a valore a causa del forte aumento dei prezzi nel nostro settore questo rallentamento è stato molto più leggero”. All’effetto dell’inflazione si è sommato poi un elemento tutto italiano: i bonus. “Se il mercato dell’arredo e delle ristrutturazioni viene incentivato fiscalmente aiuta anche noi. Il fatto che i bonus ora non ci siano più – ha spiegato – è uno dei motivi di questo calo, insieme a un’inflazione importante e a un’insicurezza generale”.

I segnali sul 2024, per quanto sia ancora all’inizio, parlano di una quota di mercato in crescita a valore anche nel primo trimestre (+0,5%) con una prospettiva sui prezzi che potrebbe mostrare segni di rallentamento: “Noi stiamo già vedendo un ribasso dei prezzi – ha detto Hoffman – ogni azienda poi lo interpreta in modo diverso, tramite promozioni o un posizionamento diverso dei nuovi lanci ed è quello che stiamo facendo noi”.

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