Un progetto di Davide Fregonese, produttore di vino in Langa e Etna

Milano, 10 feb. (askanews) – Compagnia italiana del whisky è un nuovo progetto di Davide Fregonese, ex operatore finanziario diventato produttore di vino nelle Langhe e sull’Etna, per rendere più immediato e moderno l’approccio verso questo celebre distillato. “Ruadh Mhor” è la sua prima etichetta, un single malt prodotto nel 2010 da Glenturret, la più antica distilleria di Scozia, nota per il suo whisky di malto prodotto nel tipico stile delle Highlands dove è stata fondata nel 1763.

Private bottling disponibile in 250 (splendide) bottiglie in stile Decò numerate, racchiuse in un prezioso astuccio realizzato a mano in legno di rovere invecchiato oltre 30 anni, firmato dal designer Gianni Rossi, “Ruadh Mhor” è invecchiato 13 anni in una cask first-fill ex-sherry Pedro Ximenez da 500 litri. Un whisky di grande complessità ed equilibrio, caratterizzato da una piacevole nota torbata, stemperata in una dolce morbidezza. Destinato all’alta ristorazione e ai collezionisti, è distribuito da Partesa, l’azienda del Gruppo Heineken che ha già in catalogo i vini dell’ex manager torinese classe 1970.

“Ho sempre avuto una grande passione per il whisky, che ho iniziato a collezionare in bottiglie, ne ho circa 600, e poi in barili, anche come valida forma alternativa di investimento – ha affermato Fregonese – e questa grande passione è sfociata nella Compagnia italiana del whisky, che con le mie Cantine condivide la volontà di rendere meno ‘cerebrale’ l’approccio a grandi prodotti, affinché siano pienamente apprezzabili anche da un pubblico di semplici appassionati, ma senza mai transigere sulla qualità”.

Da dieci anni socio di Andrea Berton nel ristorante di Milano dello chef, Fregonese non si limita a fare vino e whisky ma ha anche creato “con quattro amici la prima tequila siciliana, un distillato di agave con botaniche locali che si chiama “Agalia””, e ha comprato a Modena un’acetaia che produce aceto balsamico tradizionale. In Scozia ha acquistato qualche anno fa una proprietà di 60 ettari nel Perthshire, “a 40 minuti da Glenturret (che ha la sede a Crieff, ndr), una zona molto bella, proprio davanti al fiume Tay uno dei più pescosi di salmoni: le mie grandi passioni sono il golf, la pesca e il whisky, quale posto migliore della Scozia potevo trovare?”.

“Inizialmente pensavo di fare un private bottling per me e per i miei amici e clienti, poi parlando con Alessandro Rossi (National Category Manager Wine di Partesa, ndr) è nata l’idea di metterle in commercio” ha raccontato ad askanews Fregonese, sottolineando che “non è stato assolutamente facile come può sembrare ma quando lo vedi uscire dalle botti e venire imbottigliato a mano, è davvero una soddisfazione enorme perché vedi quello che hai sognato prendere forma”. Ruadh Mhor (“Grande Rosso” in gaelico scozzese) è figlio di “un cask che è un connubio dei due stili di whisky, di una distilleria che mi piace tanto come Glenturret”. Un esercizio, difficile ma fatto molto bene e con grande impegno, a cui ora Fragonese vuole dare seguito: “Il proposito – ha concluso – è quello di fare altri prodotti, obiettivi di natura economica o quantitativa al momento non me ne voglio dare perché parte più come piacere personale”.

“Gli spirits di qualità rappresentano un segmento sempre più strategico e di tendenza nell’Horeca italiano e il whisky, in particolare, sta vivendo un interessante ritorno” ha dichiarato l’Ad di Partesa, Massimo Reggiani, ricordando che dai dati della Scotch Whisky Association emerge che negli ultimi anni l’Italia ha visto una ripresa costante dei consumi, fino a raggiungere gli otto milioni di litri importati nel 2023. “La preferenza per il carattere raffinato e torbato del single malt che gli italiani hanno conservato – ha concluso – si somma alla tendenza globale alla premiumizzazione del whisky scozzese, creando buone basi per lo sviluppo del segmento di whisky single cask”.

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