‘Più importanti abilità difensive che di attacco: devo impararlo’

Roma, 22 gen. (askanews) – Il padel è la seconda vita di Pat Rafter. Due tornei di fila (Fip Rise Australian Open e Fip Promotion Melbourne) gli sono bastati per tornare a respirare l’atmosfera delle competizioni. Rafter, a 26 anni, è diventato numero 1 al mondo nel tennis: ora, a 52, si diverte con il padel, come giocatore ma anche – racconta una nota – come ambasciatore fondatore di Padel Australia.

“Ho sentito parlare per la prima volta del padel circa quindici anni fa ma inizialmente non pensai a giocare. Circa un anno fa un mio amico mi ha detto che avrei dovuto provarci davvero, così l’ho fatto – ha dichiarato in un’intervista alla FIP -. All’inizio ero piuttosto negato, ma ho imparato in fretta le basi. Sono molto fortunato ad avere un vicino che ha un campo da padel: è Matt Barrelle, che ha contribuito a portare il padel in Australia. Qui non ci sono ancora molti campi, ma l’interesse sta crescendo”.

A Rafter piace molto il padel: “Ammiro la complessità del gioco, è un incrocio tra squash e tennis ma, come sto vedendo, è più importante avere abilità difensive che di attacco e questo lo devo imparare. Onestamente pensavo che avrei spazzato via un giocatore di padel con forti volée e smash, ma mi sbagliavo”.

Il padel sta crescendo di giorno in giorno in Australia, anche grazie a Rafter e alla sua popolarità. “Sono davvero interessato nel vedere i progressi di questo sport. È ancora agli inizi, sono desideroso di essere coinvolto per vedere se posso aiutare questo sport a crescere ed eventualmente investire nella creazione di uno o due centri”. Anche i fan australiani si sono interessati agli ultimi due tornei, perché sono stati molto felici di rivedere Rafter in campo: la domanda è d’obbligo, Pat giocherà ancora nel Cupra Fip Tour? “Sto tenendo aperte tutte le porte per capire dove mi porterà questo sport. Forse giocherò qualche evento con i veterani australiani, ma non lo so ancora”.

Passare dal tennis al padel è stato difficile anche per l’ex numero uno del mondo: “Ognuno avrà i suoi punti di forza e di debolezza nel padel. I tennisti sono la maggior parte dei cross-over in Australia verso questo sport, giocare colpi da tennis è una cosa molto difficile da disimparare, la palla facile nel tennis non è necessariamente facile nel padel. E poi le abilità difensive sono difficili, questa cosa devo davvero impararla e ci vorrà del tempo. Capire le pareti, le rotazioni e il ritmo di palla è complicato”.

Come Rafter, molti australiani sono sempre più coinvolti nel movimento del padel, che può crescere ancora nei prossimi anni: “Ovviamente quelli dei costi dell’allestimento delle strutture e dell’affitto dei campi qui in Australia sono temi da affrontare, ma il feeling che c’è tra gli australiani mi fa pensare a una rapida crescita. Uno dei vantaggi è che l’approccio al padel è più immediato e facile rispetto al tennis: la racchetta è più corta e le palline non rimbalzano così tanto, il movimento è più breve e le palline tornano sempre ai piedi. Ci sono molte cose che mi piacciono del padel e vediamo cosa succederà nei prossimi 10 anni in Australia, non vedo l’ora di vederne la crescita”.

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