“Mettere interessi economici al centro crea ancora più ingiustizia”
Milano, 19 gen. (askanews) – “È un bene che si diffonda la consapevolezza che la crisi climatica avrà conseguenze dirompenti dal punto di vista economico, perché potrebbe essere la molla che spingerà definitivamente la politica ad agire in modo rapido e incisivo. O almeno ce lo auguriamo, ma pensare di affrontare il dramma ambientale che stiamo attraversando con il solo obiettivo di scampare al collasso economico-finanziario significherebbe commettere un errore che non ci possiamo permettere”. E’ quanto ha dichiarato la presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini, commentando gli studi sugli effetti del cambiamento climatico presentati al World Economic Forum di Davos, che stimano 14,5 milioni di morti e perdite per 12 mila miliardi e mezzo di dollari da qui al 2050.
Secondo Nappini, non può e non deve essere soltanto la salvaguardia di interessi economici la bussola per invertire la rotta, altrimenti “il rischio è di alimentare meccanismi ancora più distorti di quelli a cui assistiamo oggi, perdendo l’ennesima preziosa occasione per ripensare il nostro rapporto col prossimo e col vivente tutto”.
“Riscopriamo un briciolo della saggezza millenaria di chi ci ha preceduto: l’unica ricchezza alla quale non possiamo rinunciare, e non esiste titolo finanziario altrettanto prezioso, è quella propria del pianeta che ci dà da vivere” ha proseguito la presidente di Slow Food Italia, aggiungendo che “la biodiversità animale e vegetale, la fertilità del suolo, il bene comune delle risorse a cui attingere in modo responsabile: l’unica, vera, garanzia per la sopravvivenza della specie umana e delle altre forme di vita sulla Terra”.
Infine, Nappini ha ricordato che non vi è progresso senza equità sociale e giustizia ambientale, come sottolineato da Papa Francesco proprio in occasione del Forum in Svizzera.