“Malgrado il Mal dell’esca e recrudescenza di Flavescenza e Oidio”

Milano, 8 set. (askanews) – “Le aspettative erano altre perché l’annata si presentava decisamente migliore dal punto di vista quantitativo, ma purtroppo la siccità ha compromesso la produzione soprattutto nelle aree collinari dove la pioggia caduta nelle scorse settimane, a causa dell’effetto scorrimento, non ha dato sollievo al terreno. E’ andata meglio in pianura ma non in modo così rilevante, le viti hanno sete e il risultato è che ci troviamo di fronte ad una vendemmia anomala e disomogenea come già accaduto lo scorso anno. Nel complesso, però, la produzione si può definire soddisfacente in tutta la provincia: la qualità dei grappoli è buona e gli acini sono sani”. Lo ha spiegato il presidente di Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco.

Rispetto al 2022 non c’è stato un calo produttivo ma nemmeno quel 10% in più di uve che ci si aspettava a inizio agosto, e sicuramente c’è più preoccupazione dal punto di vista fitosanitario: infatti, a causa del Mal dell’esca, in alcune zone è si è arrivati sino al 30-40% di piante compromesse. A questo si è aggiunta la marcata recrudescenza su tutto il territorio provinciale della Flavescenza dorata e dell’oidio”. La Coldiretti di Alessandria spiega che “al momento si sta ultimando il taglio dei bianchi, grappoli di Cortese, e battute iniziali per il Gavi mentre, per i rossi, si entrerà nel vivo la prossima settimana con Grignolino, Dolcetto, Barbera, Freisa, Nebbiolo rosato, Dolcetto e Brachetto. Si proseguirà poi con i vitigni tardivi come Nebbiolo e Cabernet Sauvignon”.

“Uve sane ma in grave deficit idrico: il cambiamento climatico che stiamo vivendo dovrebbe essere affiancato da un progressivo adeguamento legislativo, dove l’importanza dell’acqua e dell’irrigazione non devono essere considerate come forzatura ma come soccorso indispensabile alla qualità della produzione e alla sopravvivenza stessa delle viti” ha dichiarato il direttore della Coldiretti locale, Roberto Bianco, evidenziando che “anche quest’anno, dunque, saranno le capacità del viticoltore a fare la differenza applicando pratiche colturali che consentano di raccogliere le uve una volta raggiunta la vera maturità fenologica ed aromatica”.

In merito alla questione prezzi e rese per ettaro, l’associazione degli agricoltori ricorda che “è essenziale che i produttori vitivinicoli contrattino i prezzi delle uve all’atto del conferimento anziché attendere la fine della campagna: trovare il giusto equilibrio di interessi tra chi cede l’uva e chi la acquista per trasformarla, concordando il prezzo prima o durante la vendemmia, è indispensabile per valorizzare al meglio il prodotto che finirà in bottiglia”.

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