Se non si adegueranno alla legge, previste sanzioni severe

Roma, 6 set. (askanews) – La Commissione europea ha designato oggi, per la prima volta, sei “gatekeeper” – Alphabet (Google), Amazon, Apple, ByteDance (TikTok), Meta (Facebook, WhatsApp), Microsoft – nell’ambito del Digital Markets Act (DMA), una nuova norma che impone responsabilità agli over-the-top del mondo tech.

In totale, sono stati indicati 22 servizi di piattaforma forniti dai gatekeeper come qualificanti per la designazione. I sei gatekeeper avranno ora sei mesi per garantire il pieno rispetto degli obblighi statuiti nel Digital Markets Act per ciascuno dei servizi principali della piattaforma designati.

Il DMA richiede che la Commissione europea designi le piattaforme digitali come “gatekeeper” se fanno da cerniera tra imprese e consumatori in relazione ai servizi principali della piattaforma. Le designazioni di oggi fanno seguito a un processo di revisione di 45 giorni condotto dalla Commissione dopo la notifica ad Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance, Meta, Microsoft e Samsung del loro potenziale status di guardiani.

La Commissione ha inoltre elencato i servizi per i quali è stata decisa la definizione di “gatekeeper”. Parallelamente ha avviato quattro indagini di mercato per valutare ulteriormente le argomentazioni di Microsoft e Apple secondo le quali, nonostante il rispetto delle soglie, alcuni dei servizi principali della loro piattaforma non rientrano in tali parametri. Si tratta per Microsoft del motore di ricerca Bing, del browser Edge e della piattaforma pubblicitaria Microsoft Advertising. Invece per Apple si parla di sistema di messaggeria iMessage.

La nuova normativa prevede che vi ricadano le piattaforme con un giro d’affari superiore ai 7,5 miliardi di euro e utenti attivi mensili di 45 milioni, per quanto Bruxelles abbia mantenuto una discrezionalità su questi termini. Così Microsoft ha contestato il fatto che Bing, Edge e Microsoft Advertising arrivino a tali numeri. Apple, dal canto suo, ha affermato che iMessage non supera il numero di utenti attivi mensili che farebbe scattare la designazione, invece ovvia per WhatsApp di Meta.

L’indagine dovrebbe essere completata entro un massimo di 5 mesi.

Inoltre, la Commissione ha avviato un’indagine di mercato per valutare ulteriormente se iPadOS di Apple debba essere designato come gatekeeper, nonostante non raggiunga le soglie. Secondo il DMA, questa indagine dovrebbe essere completata entro un massimo di 12 mesi.

Inoltre, la Commissione è giunta alla conclusione che, sebbene Gmail, Outlook.com e Samsung Internet Browser soddisfino le soglie previste dal DMA per essere considerati gatekeeper, Alphabet, Microsoft e Samsung hanno fornito argomentazioni sufficienti a dimostrare che tali servizi non si qualificano come gateway per i rispettivi servizi principali della piattaforma. Ne consegue che Samsung non è designata come gatekeeper rispetto ad alcun servizio principale della piattaforma.

Dopo la loro designazione, i “gatekeeper” hanno ora sei mesi per conformarsi all’elenco completo di cose da fare e da non fare ai sensi del DMA, offrendo più scelta e più libertà agli utenti finali e agli utenti aziendali dei servizi. Tuttavia, alcuni obblighi inizieranno ad applicarsi a partire dalla designazione, per esempio l’obbligo di informare la Commissione di qualsiasi progetto di concentrazione. Spetterà alle società designate garantire e dimostrare l’effettiva conformità. A tal fine, hanno 6 mesi per presentare un rapporto di conformità dettagliato in cui descrivono come rispettano ciascuno degli obblighi del DMA.

La Commissione monitorerà l’effettiva attuazione e il rispetto di tali obblighi. Nel caso in cui un gatekeeper non rispetti gli obblighi previsti dal DMA, la Commissione può imporre sanzioni fino al 10% del fatturato totale mondiale dell’azienda, che può arrivare fino al 20% in caso di violazione ripetuta. In caso di violazioni sistematiche, la Commissione ha inoltre il potere di adottare rimedi aggiuntivi, come obbligare un gatekeeper a vendere un’impresa o parti di essa o vietare al gatekeeper di acquisire servizi aggiuntivi legati alla non conformità sistemica.

In futuro, altre società potrebbero presentare notifiche alla Commissione ai sensi del DMA, sulla base della loro autovalutazione rispetto alle soglie previsto.

Il DMA mira a impedire ai gatekeeper di imporre condizioni ingiuste alle imprese e agli utenti finali e a garantire l’apertura di importanti servizi digitali. In vigore da novembre 2022 e applicata da maggio 2023, la norma mira a garantire mercati contendibili ed equi nel settore digitale. Regola i gatekeeper, le grandi piattaforme online che forniscono un punto obbligato di passaggio tra utenti aziendali e consumatori, la cui posizione può garantire loro il potere di creare un collo di bottiglia nell’economia digitale.

Si presuppone che le aziende che forniscono almeno uno dei dieci servizi principali della piattaforma elencati nel DMA siano gatekeeper se soddisfano i criteri elencati di seguito. Questi servizi principali della piattaforma sono: servizi di intermediazione online come app store, motori di ricerca online, servizi di social networking, determinati servizi di messaggistica, servizi di piattaforme di condivisione video, assistenti virtuali, browser web, servizi di cloud computing, sistemi operativi, mercati online e servizi pubblicitari . Una società può essere designata come gatekeeper per diversi servizi principali della piattaforma.

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