Milano, 4 nov. (askanews) – Dopo la riforma che lo scorso anno aveva riguardato il Serprino, l’assemblea dei soci del Consorzio Tutela Vini Colli Euganei ha approvato una nuova semplificazione del Disciplinare di produzione, questa volta destinata ai vini rossi da uve di origine bordolese. Il nuovo Disciplinare, per entrare in vigore, dovrà ora essere esaminato dalla Regione Veneto e dal Comitato Nazionale Vini, organo del Masaf. Una volta approvato, le etichette riporteranno semplicemente la Denominazione “Colli Euganei Doc”, senza ulteriori specificazioni varietali.
La decisione, assunta nella sede consortile di Vo’ (Padova), è stata definita dal presidente del Consorzio, Gianluca Carraro, come “un passo fondamentale per rafforzare l’identità territoriale della Denominazione e valorizzare la vocazione storica dei Colli Euganei”. Il provvedimento rientra nel percorso di semplificazione avviato con il piano strategico approvato nel luglio 2024, volto a rendere la Denominazione più riconoscibile e coerente con i modelli adottati dalle grandi aree vinicole italiane ed europee.
“Con questa decisione si è compiuta un’ulteriore fondamentale semplificazione del nostro disciplinare di produzione, dopo quella già adottata per il Serprino sul finire dello scorso anno” aggiunge Carraro, spiegando che “se allora si era deciso di dare rilievo al nome della varietà, ora l’obiettivo è esaltare il territorio, ponendo l’accento sul nome ‘Colli Euganei’, come avviene nelle grandi Denominazioni di origine. In questo modo il Colli Euganei Doc diventerà il riferimento della vocazione enologica del territorio e dell’identità dei nostri vini rossi”.
La modifica riguarda i rossi ottenuti da Cabernet Franc, Carmenère, Cabernet Sauvignon e Merlot, varietà introdotte nell’area euganea a partire dalla metà dell’Ottocento e da allora perfettamente acclimatate. I produttori che lo desiderino potranno continuare a indicare il nome del vitigno in etichetta, ma solo in forma secondaria: la menzione dovrà comparire sotto la dicitura “Denominazione di origine controllata” o “Doc”, con caratteri di altezza massima pari alla metà di quelli del nome “Colli Euganei” e con lo stesso stile grafico, colore e spaziatura.
“Con il nuovo anno – aggiunge Carraro – ci ripromettiamo di consultare la filiera produttiva in merito a eventuali iniziative concernenti i vini bianchi locali, così come in futuro saranno oggetto di approfondita valutazione le prospettive della Docg del Fior d’Arancio”.