Roma, 16 ott. (askanews) – Parte con 700 ettari la semina della prima varietà di grano duro specificamente selezionato per la coltivazione biologica e presto si potrà cucinare la pasta prodotta con la varietà “Inizio”, frutto della ricerca scientifica della Fondazione Seminare il Futuro in collaborazione con il Crea di Foggia, resa possibile da NaturaSì e dalla cooperativa Gino Girolomoni.

Il seme certificato della varietà “Inizio” darà vita a una pianta capace di adattarsi bene a condizioni di coltivazione più naturali e meno dipendenti dagli input chimici. “È una pianta più alta – spiega Federica Bigongiali, direttrice della Fondazione ‘Seminare il Futuro’ – Quest’anno, per la prima volta, siamo riusciti a metterlo in produzione: resiste all’allettamento e riesce a competere meglio con le erbe infestanti. Grazie al suo apparato radicale ben sviluppato, riesce ad assorbire in modo efficiente i nutrienti presenti nel suolo, crescendo vigorosamente anche senza concimazioni azotate. Inoltre, mostra una buona tolleranza ai principali parassiti e alle malattie più comuni dei cereali”.

“Inizio” rappresenta il coronamento di un percorso di ricerca iniziato nel 2016. Recentemente iscritto al registro nazionale delle varietà, questo grano duro è stato selezionato per rispondere alle specifiche esigenze dell’agricoltura biologica, con caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto ad affrontare le sfide dei cambiamenti climatici.

Per celebrare questo traguardo, nel week end del 18 e 19 ottobre, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, ritorna l’iniziativa “Seminare il Futuro” con la semina in 5 aziende agricole dell’ecosistema agricolo NaturaSì che apriranno le loro porte a cittadini, famiglie e appassionati per partecipare alla semina collettiva. Le aziende sono Agricoltura Nuova, nel Lazio; La Colombaia, in Campania; Il Cerreto, in Toscana; Bio Ferrarini in Emilia Romagna; Girolomoni, nelle Marche. In tutte, oltre alla semina, saranno organizzati laboratori per bambini, degustazioni bio, visite guidate e incontri.

“È un’opportunità per tutti di avvicinarsi a un’agricoltura che si prende cura del suolo e lo coltiva senza l’uso di sostanze chimiche, promuovendo la consapevolezza e il rispetto per l’ambiente”, commenta Fabio Brescacin, presidente di NaturaSì.

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