Manca solo un pronunciamento della Corte suprema

Roma, 30 ott. (askanews) – L’Alta Corte di Tokyo ha emesso oggi una sentenza secondo la quale la mancanza di riconoscimento legale del matrimonio tra persone dello stesso sesso viola il diritto all’uguaglianza sancito dalla Costituzione. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.

E’ la seconda Alta corte che a dichiarare incostituzionale il divieto. Manca tuttavia ancora un pronunciamento della Corte suprema, la più alta istanza giudiziaria del Giappone.

La corte ha anche stabilito che il divieto di matrimonio omosessuale viola la sezione della Costituzione che afferma che le leggi in materia di matrimonio e famiglia “devono essere promulgate dal punto di vista della dignità individuale e dell’uguaglianza sostanziale tra i sessi”.

Tuttavia, l’Alta Corte di Tokyo ha confermato una sentenza di grado inferiore che respingeva la richiesta di risarcimento dei querelanti, citando l’assenza d’una decisione della Corte suprema.

Secondo la sentenza, le attuali disposizioni di diritto civile “non si basano su motivi ragionevoli” e portano a un “trattamento discriminatorio (delle persone) in base al loro orientamento sessuale”.

Il presidente della corte, Sonoe Taniguchi, ha affermato che il riconoscimento del diritto di una persona a una relazione coniugale con un partner dovrebbe essere rispettato come un “interesse legale importante” per tutti, comprese le coppie dello stesso sesso. “Il grado di accettazione sociale per garantire alle coppie dello stesso sesso la stessa protezione delle coppie eterosessuali è notevolmente aumentato”, ha aggiunto Taniguchi.

Nel respingere la richiesta di risarcimento dei sette querelanti, Taniguchi ha affermato che, poiché la Corte suprema non si è ancora pronunciata sulla questione, il tribunale non può ritenere il governo responsabile per la mancata azione legislativa del Dieta.

L’Articolo 24 della Costituzione, che garantisce la libertà di matrimonio, stabilisce che “Il matrimonio deve basarsi solo sul consenso reciproco di entrambi i sessi.”

La sentenza è stata accolta con gioia dai sostenitori dei movimenti LGBTQ+. “Le parole del giudice presidente sono entrate nella mia testa e ho capito che ha ascoltato veramente le nostre argomentazioni. Sono felice di essere qui oggi,” ha detto Chizuka Oe, una delle querelanti.

Il portavoce del governo. Yoshimasa Hayashi, ha affermato che lo Stato monitorerà attentamente gli sviluppi di altre cause simili, aggiungendo che sarà necessario considerare i dibattiti del Dieta e i passi compiuti da alcuni governi locali per riconoscere le unioni tra persone dello stesso sesso.

L’introduzione di un sistema di matrimonio per le persone dello stesso sesso “riguarda i fondamenti della vita delle persone ed è strettamente legata alla concezione di famiglia di ciascuno,” ha continuato Hayashi.

I querelanti avevano presentato appello dopo che la Corte distrettuale di Tokyo aveva respinto la loro richiesta di risarcimento nel novembre 2022, pur affermando che il divieto di matrimonio tra persone dello stesso sesso era in uno “stato di incostituzionalità”.

Il Giappone rimane l’unico paese del Gruppo dei Sette principali paesi industrializzati a non aver legalizzato le unioni tra persone dello stesso sesso o le unioni civili, nonostante la crescente pressione della comunità LGBTQ+ e dei suoi sostenitori.

(Immagine tratta dai profili social della campagna “Marriage for All Japan”)

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